Bosnia, la sconosciuta sorellina minore della Grecia
(Per chi puo’ capire la lingua, Al Jazeera ha ospitato un panel ricco di informazioni utili qualche giorno fa, visibile qui: http://balkans.aljazeera.net/video/kontekst-ovisnost-bih-o-kreditima )
Il Fondo Monetario Internazionale ha chiuso i rubinetti anche qui, ma la cosa non fa molta notizia, sulla scena internazionale isterica intorno al caso Grecia: visto che la Bosnia Erzegovina non fa parte neppure dell’Unione Europea, e tanto meno dell’Eurozona (anche se il suo marco equivalente e’ agganciato all’Euro a tasso fisso), le sue rogne non le puo’ passare al di la’ delle sue frontiere. Varrebbe pero’ la pena che attraesse un po’ piu’ di attenzione, perche’ la completa e totale follia della sua situazione e’ probabilmente unica al mondo. Alcuni aspetti sono probabilmente identici ad alcuni di quelli che hanno portat0 la grecia nel suo incubo attuale. E di sicuro quel che c’e’ di comune e’ l’incapacita’ della “comunita’ internazionale” di influire con qualcosa di utile e costruttivo.
Semplificato: in Bosnia come in Grecia, classi dirigenti incapaci – ma estremamente avide – per decenni han pigliato soldi a prestito non per progetti produttivi (investimenti), di quelli che creano beni e servizi, quindi valore aggiunto, quindi sviluppo economico, quindi benessere…. e fra l’altro consentono pure di restituire i prestiti. No. Una massa di denaro e’ andata per finanziare apparati statali sempre piu’ gonfiati, sempre piu’ insostenibili, sempre piu’ sproporzionati rispetto alle reali esigenze del paese. E comunque inefficienti. La Bosnia ora ha un “buchino” di qualche miliardata di euro, nulla di tale rispetto alla voragine senza fondo della Grecia. Che non e’ piu’ grande in proporzione (11 milioni di abitanti la Grecia, 3 e 800.000 la Bosnia Erzegovina), ovvero, non ha senso matematico che abbia un debito CINQUANTA VOLTE MAGGIORE, se in termini di popolazione non e’ neanche tre volte tanto.
Il problema pero’ non e’ di quantita’, ma di qualita’. La Bosnia Erzegovina ha QUATTORDICI GOVERNI, per quei 3.800.000 abitanti, che divorano il settanta per cento dei budget: e il debito che sta accumulando il paese e’ totalmente improduttivo, perche’ va speso per mantenere questa struttura faraonica. Quanto lavorano tutti questi governi? Pochissimo. Ma veramente pochissimo. Pero’ costano un’iradiddio, parlamentari, ministri e tutti gli eserciti di burocrati che si tirano dietro sono strapagati.
Il problema non e’ tecnico. Ne’ economico ne’ finanziario. E’ un problema umano, di mentalita’, abitudine o come diamine volete chiamarlo. Non esiste in Bosnia Erzegovina – NON ESISTE – il concetto di mettersi in politica per servire la comunita’: in politica ci si mette per arraffare. Punto. Quei tre milioni ed ottocentomila hanno accettato che sia cosi’, sia quelli che arraffano sia la grande massa che ne subisce le conseguenze. La cosa e’ stata ormai interiorizzata, digerita. Non c’e’ rivolta.
La Federazione BiH, una delle due “entita’ ” in cui e’ diviso il paese, e’ in crisi di governo ormai da quasi due mesi. Dopo averci messo quasi sei mesi a metterlo in piedi, quel governo. La ragione, sempre quella: guerra fra bande, ovvero lotte a coltello fra partiti per il controllo delle aziende pubbliche. Ce ne sono ancora di buone (molte di piu’, decine e decine di aziende sane, le hanno distrutte in questi vent’anni di dopoguerra a furia di sistematici saccheggi, privatizzazioni truffaldine che troppo spesso son finite con la svendita di attrezzature e impianti a pezzi e bocconi e speculazioni edilizie sulla parte immobiliare). E la lotta impazza su chi e come le deva controllare.
Con la solita creativita’ bosniaca abbiamo una crisi di governo fantasma: perche’ dei quattro ministri del partito che aveva annunciato di andare all’opposizione in protesta appunto per un’azione di forza degli altri due su questa faccenda, tre sono ancora la’. Hanno dato le dimissioni tutti e quattro, ma sono state accettate solo quelle del ministro dell’industria, quello che disturbava piu’ di tutti visto che la lotta a coltello riguardava le aziende che son di sua competenza. Cosi’ ora la Federazione da quasi due mesi ha un ministero chiave – oltre all’industria, competente per le miniere e l’energia – decapitato. Non se ne parla mai. Silenzio di tomba dei media. Gli altri tre ministri-non ministri stanno ancora la’ ma non partecipano al lavoro del governo.
Via dagli occhi del pubblico tutti i partiti sono freneticamente impegnati in trattative dietro le quinte per cercare di fare altre maggioranze, ma nessuno ha i numeri. Quindi le cose si trascinano cosi’.
La settimana prossima vengon qua la Merkel e la Mogherini. A vedere che diamine succede con gli impegni presi da questi nuovi governi (*sono usciti dalle elezioni dello scorso ottobre) di applicare un piano di riforme preteso dalla EU, piano del quale noi cittadini in realta’ sappiamo poco o nulla.
A parte che vorrebbero una serie di modifiche in direzione dell’eliminazione dei contratti collettivi, tagli vari alla spesa pubblica, diminuzione del costo del lavoro che e’ al SETTANTA PER CENTO ed ovviamente sta ammazzando l’economia reale.
Almeno i tre governi “top”, quelli delle due “entita’ ” (Federazione BiH e Republika Sprska) e quello dello stato dovrebbero portare avanti tutti questi piani. Ma son tutti in bilico. La Federazione – vedi sopra. La Republika Srpska: il gran boss Milorad Dodik e’ riuscito per un capello a mantenerne il controllo, ma gira da mesi la storia che due parlamentari siano stati letteralmente comprati per risucire a tener su la maggioranza. E in questi giorni al parlamento RS si stanno accapigliando su questo, con l’opposizione che cerca di buttar giu’ la premier di Dodik pizzicata a fare telefonate compromettenti sulla faccenda dell’acquisto di quei due voti.
A livello dello stato – un governo centrale debolissimo, con poca autorita’ e privo di alcuni ministeri chiave, come ad esempio l’agricoltura, cosa che intralcia la possibilita’ di avvio di un progrmma EU dedicato proprio a questo settore – in questi giorni del pari scricchiola tutto: su Srebrenica. Fra otto giorni ricorre l’anniversario del massacro, e da un mese e’ partita un’ennesima tornata di recrudescenze sugli aspetti politici della vicenda. Compresa l’iniziativa della Serbia di fare arrestare in Svizzera l’ex comandante della difesa di Srebrenica con un accusa di crimini di guerra contro civili serbi. Alla fine la Bosnia e’ riuscita a farlo estradare qua e le procedure giudiziarie sono in corso a Sarajevo, ma su tutta la faccenda sono riesplose le tensioni con Belgrado. E quelle interne, manco a dire.
Come aiuta la comunita’ internazionale a questo proposito? Oh, genialmente, come sempre: ci sono al momento DUE risoluzioni contrastanti all’ONU su Srebrenica. Un’iniziativa era partita dalla Gran Bretagna, ma pochi giorni fa la Russia ne ha presentata un’altra. Il governo statale della Bosnia Erzegovina – vedi sopra, comunque debole – sta scricchiolando pericolosamente su questa faccenda dolorosa. Come pure la presidenza tricefala (un rappresentante serbo, uno croato, uno bosgnacco).
Allora… in tutto questo caos la stragrande maggioranza dei cittadini e’ semplicemente lobotomizzata. Hanno staccato i fili da tempo. Non c’e’ movimento istintivo a ribellarsi, scendere in piazza, metter pressione su questa banda di scriteriati, che la piantino e si mettano finalmente a lavorare. Macche’. La gente si e’ arresa.
Il concetto e’ : stare in buona con chiunque abbia un po’ di potere o soldi (spesso, entrambi, le due cose vanno insieme), perche’ puo’ servire. Per pitoccare un posto di lavoro con raccomandazioni (e spesso, bustarella aggiunta; perche’ i posti di lavoro pubblici si comprano e si vendono), un incentivo, una donazione, un permesso di qualcosa… Non ha importanza cosa, ad ogni modo, la parola d’ordine e’: non rischiare di pestare i calli a nessuno.
Questo e’ il modo in cui il sistema di potere mantiene se stesso, quaggiu’.
Dopo vent’anni, la comunita’ internazionale, compresa l’ “europa”, ha cominciato a mangiare la foglia. Ma la realta’ e’ che non sa dove mettere le mani. Ed anche che le cose sono andate troppo in la’. Il sistema e’ completamente marcio, dall’a alla z. Non c’e’ da dove fare pressione, non c’e’ terreno solido su cui poggiare i piedi.
Tornando a bomba: pochi giorni fa il Fondo Monetario Internazionale si e’ stufato ed ha chiuso i rubinetti. Le due “entita'” dovevan ritirare una tranche da 670 milioni di euro. Noccioline, ripeto, in confronto alla voragine della Grecia. Pero’ per la Bosnia e’ lo stesso un casino allucinante. Son diversi anni ormai che vivono di quello. Perche’ l’economia non genera abbastanza introti da riempire le casse: e questo si’, e’ l’aspetto in comune con la Grecia.
Quel e’ la “colpa” della comunita’ internazionale che ci vedo io in tutto questo?
L’aver venduto illusioni.
A partire dalla fine degli anni Ottanta.
La Jugoslavia era diversa dall’occidente, come sistema. Pero’ funzionava.
Problemi ce n’erano, ovvio, tante cose da sistemare e rivedere. Ma non e’ questo che e’ accaduto. Non c’e’ stata una transizione, un cambio di sistema ragionato. C’e’ stato un tracollo violento e poi vent’anni di truffe e saccheggi. Ora mancano pezzi da tutte le parti. E comunque si continuano a sprecare fiumi di denaro in modo improduttivo.
Quaggiu’ forse la piu’ gran tragedia e’ che c’e’ una massa preponderante di gente (soprattutto le generazioni giovani) che per cio’ che riguarda comprensione di economia e Politica (metto la “P” per distiguere dalla politica come ormai accettata – guerra fra bande per saccheggio di risorse pubbliche) ormai e’ analfabeta. Del tutto. Non c’e’ dibattito pubblico qua sulle cose fondamentali. Ne’ una scena mediatica a livello di promuovere e sostenere un vero dibattito dentro la societa’.
Si continua a marciare sulle illusioni, spender molta retorica, far piani che non funzioneranno mai: l’ “europa” i Balcani non li ha mai capiti, semplicemente: ne’ la Jugoslavija ne’ la Grecia. Lo vedete che casino allucinante e’ saltato fuori, in Grecia? Beh… Banalizzando: non serve neanche avere una massa di soldi, esser ricchi e potenti, se non si capisce con cosa si ha a che fare, si fan danni comunque. Puoi forzare la mano, provarci con la forza bruta: again, non funzionera’. Forse ne avrei l’illusione per un breve momento, ma non puo’ funzionare. E poi arriveranno a boomerang le conseguenze, con gli interessi.
A che mi servono tutti questi ragionamenti? Beh… le conseguenze sulla mia vita del quotidiano so ben io quali sono, sul lavorare ovver l’impossibilita’ di farlo in modo normale. Ma di questo scrivero’ un’altra volta. L’ora e’ tarda…
O meni – Chi sono – About me
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ko-fi
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